Descrizione estesa
Il Comune di Rapolano Terme espone la bandiera palestinese al Palazzo comunale, ribadisce la sua vicinanza alle forze palestinesi e israeliane che vogliono pace e sicurezza in quel territorio e chiede con fermezza al governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina e di adoperarsi per porre fine al massacro a Gaza, diventato insostenibile. A rinnovare le richieste contenute nella mozione presentata dal gruppo consiliare ‘Futuro per Rapolano Terme, Serre e Armaiolo’ e approvata nei giorni scorsi in consiglio comunale è il sindaco, Alessandro Starnini, che si unisce a tutti coloro che chiedono la fine delle ostilità e il ritorno al dialogo nel rispetto dei diritti umani.
“Nella Striscia di Gaza - afferma il primo cittadino di Rapolano Terme - siamo di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti, con migliaia di vittime civili e una popolazione privata dei beni essenziali come acqua, cibo, medicinali e assistenza. Nei giorni scorsi, con la mozione approvata dal consiglio comunale, abbiamo voluto prendere una posizione chiara e decisa per sostenere il principio dei ‘due popoli e due Stati’ riconosciuto a livello internazionale come base per una convivenza pacifica e stabile e per esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a tutte le realtà civili, israeliane e palestinesi, che in condizioni difficilissime continuano a battersi per la pace e la convivenza contro ogni forma di terrorismo”.
”Diciamo basta a chi guida le due parti, Netanyahu e Hamas - continua Starnini - e diciamo no all’occupazione militare della Striscia di Gaza da parte di Israele, un atto che sarebbe catastrofico, inqualificabile e inaccettabile, finalizzato all’annessione e a impedire la creazione dello Stato palestinese. La comunità internazionale deve impedire tutto questo e anche da Rapolano Terme chiediamo con fermezza al governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina come condizione imprescindibile per un percorso di pace duraturo, di promuovere ogni iniziativa utile al cessate il fuoco permanente e all’apertura dei corridoi umanitari per portare aiuti alla popolazione civile e di chiedere la liberazione immediata degli ostaggi e la fine delle ostilità in uno spirito di dialogo, giustizia e rispetto dei diritti umani”.